I contratti di locazione di immobili per uso abitativo sono più convenienti con la cedolare secca, un regime facoltativo, che consiste nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali per la parte derivante dall’affitto dell’immobile.
Interessante è il fatto che per i contratti sotto cedolare secca non vanno pagate né l’imposta di registro né l’imposta di bollo, solitamente dovute per le registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione. Scegliere l’opzione della cedolare secca implica la rinuncia per il proprietario dell’immobile della possibilità di chiedere, per tutta la durata dell’opzione, l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, dell’anno precedente, per le famiglie di operai e impiegati.
La cedolare secca con aliquota al 10% - per i contratti a canone annuo concordato, altrimenti l’imposta sostitutiva si calcola applicando un’aliquota del 21% - era stata introdotta come agevolazione fiscale dal decreto cosiddetto “Piano Casa” per gli anni dal 2014 al 2017 (per i contratti di locazione previsti dall’articolo 2 comma 3 della legge 431/98). La riduzione dell’aliquota dal 15% al 10% è stata prorogata per un altro biennio, 2018-2019, grazie alla precedente Legge di bilancio 2018.
Chi può scegliere la cedolare secca?
Tale regime vale per i proprietari, o titolari di un diritto reale di godimento (come l’usufrutto), che affittano un immobile ad uso abitativo. Sia i proprietari sia l’inquilino devono essere persone fisiche, cioè non agire come attività di impresa o di arti e professioni. Se l’immobile ha più titolari, ciascun locatore può scegliere autonomamente il regime facoltativo della cedolare, senza condizionare gli altri. La cedolare si applica anche alle eventuali pertinenze affittate insieme all’abitazione, come box, cantina o taverna.
Quali sono i vantaggi?
Come accennato, il regime della cedolare secca presenta più vantaggi interessanti: poiché la cedolare assolve la sola imposta sostitutiva, il canone di locazione non è cumulato con gli altri redditi ai fini Irpef e addizionali. In più, il risparmio sta nel fatto che non sono dovute né l’imposta di registro né l’imposta di bollo per la registrazione, la risoluzione e la proroga del contratto. Una sola precisazione: la cedolare secca non sostituisce l’imposta di registro per la cessione del contratto di locazione.
Come si paga?
La cedolare secca si versa con modello F24 con lo stesso termine previsto per il versamento dell’Irpef, nella modalità acconto e saldo. Il primo deve essere versato in due rate se l’importo dovuto supera i 257,52 euro. I codici tributo da applicare sono: 1840 per la prima rata dell’acconto; 1841 per la seconda rata dell’acconto o unica soluzione e 1842 per il saldo.